Introduzione
Favorire l’integrazione e il protagonismo dei giovanissimi, con una attenzione ai ragazzi e ragazze stranieri, attraverso la cultura, lo sport, il gioco e anche i social media.
La Regione Emilia-Romagna destina un milione di euro per un progetto sperimentale che coinvolge una ventina di Comuni individuati tra i 10mila e 25mila abitanti con una percentuale di giovani stranieri di 3-18 anni pari o superiore al 18% della popolazione della stessa fascia di età che candideranno a un bando, di recente pubblicazione, progetti volti alla promozione dell'integrazione fra le politiche scolastiche e le politiche sociali, sanitarie, culturali, giovanili del territorio rivolte a ragazzi e ragazze tra i 3 e i 18 anni. L’obiettivo è contrastare le disparità e promuovere la piena inclusione di tutti i giovani nelle comunità scolastiche e territoriali.
La delibera approvata dalla Giunta si colloca nel quadro delineato da due leggi regionali: la n. 12 del 2003 sull’accesso al sapere attraverso il rafforzamento dell’istruzione e della formazione professionale e la n. 5 del 2004, che si concentra sull’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati.
Il commento
“Abbiamo deciso di partire con questo progetto sperimentale - hanno spiegato gli assessori alla Scuola, Paola Salomoni, alle Politiche giovanili, Igor Taruffi e alla Formazione, Vincenzo Colla - perché crediamo che per favorire l’inclusione, e contrastare le discriminazioni sia necessario intervenire negli spazi giovanili maggiormente frequentati. Palestre, biblioteche, centri giovanili, luoghi di promozione musicale, possono diventare luoghi di accoglienza e protagonismo, superamento delle barriere linguistiche e culturali e crescita educativa, affiancando il ruolo insostituibile delle istituzioni scolastiche”.
I Comuni destinatari
L’intervento si rivolge ai Comuni tra i 10 mila e i 25 mila abitanti con una forte presenza di giovanissimi stranieri. In particolare, gli enti individuati presentano una popolazione straniera tra i 3 e i 18 anni pari almeno al 18% della popolazione complessiva della stessa fascia di età. Nei 19 Comuni selezionati la presenza di giovani stranieri supera di quasi 2 punti la media regionale del 16,11%. Il numero di enti da coinvolgere potrà essere successivamente consolidato ed eventualmente ampliato.
Ai Comuni viene chiesto di attivare la coprogettazione favorendo la più ampia partecipazione dei diversi attori del territorio: è infatti fondamentale coinvolgere associazioni o enti che si occupino di sport, cultura, arte, centri di aggregazione giovanile e biblioteche. In questo modo gli interventi sono coordinati con le iniziative territoriali già esistenti e contribuiscono ad ampliare la rete di relazioni dei giovani stranieri con i loro coetanei.
Le azioni possibili
I Comuni potranno rendere disponibili attività e opportunità di contrasto alle povertà educative in ambito culturale e ricreativo, nel pieno coinvolgimento e in partenariati tra attori locali che si occupano di attività rivolte ai giovani. Strumenti digitali e social media, per esempio, possono servire a rafforzare l’autonomia personale di ragazzi e ragazze e contrastare il rischio di emarginazione. Altri progetti che possono essere finanziati sono quelli che promuovono l’attività motoria quale veicolo di inclusione e di dialogo interculturale.
Le risorse disponibili
Le risorse disponibili ammontano a un milione di euro: di questi, 475mila euro saranno distribuiti in parti uguali ai 19 Comuni, che riceveranno ognuno 25mila euro, altri 325mila euro saranno assegnati in proporzione al numero di stranieri residenti di età compresa tra i 3 e i 18 anni, i restanti 200mila euro saranno distribuiti in funzione del numero complessivo di giovani residenti in ciascun Comune, sempre nella stessa fascia d’età.
Le risorse provengono dal Fondo sociale europeo Plus che, tra i vari obiettivi, ha lo scopo di finanziare progetti che promuovano un’economia sociale più competitiva e innovativa, in grado di individuare soluzioni più sostenibili rispetto a quelle esistenti.
Le azioni, che devono concludersi indicativamente entro il 2025, dovranno essere coerenti con altri interventi che si prefiggono di sostenere lo sviluppo sostenibile dei territori quali per esempio quelli previsti dalle Strategie territoriali per le aree interne e montane (STAMI), che coinvolgono i comuni dell’Appennino e quelli più fragili e periferici della regione, e le Agende trasformative urbane per lo sviluppo sostenibile (ATUSS), rivolte alle città e ai sistemi urbani intermedi.
Documenti
Ultimo aggiornamento: 13-11-2024, 11:30