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Introduzione

Ragazzi e ragazze del Liceo Ariosto di Ferrara protagonisti di un progetto di monitoraggio civico dell’intervento di inclusione sociale e lavorativa per le persone detenute presso la Casa circondariale della città. Per oltrepassare le difficoltà iniziali e favorire un ambiente collaborativo tra i membri del team ALI - Ariosto Liberi Insieme, la scelta del progetto è ricaduta su un tema complesso e molto sentito: L’inclusione sociale e lavorativa di persone in esecuzione penale della Casa circondariale di Ferrara, finanziato con risorse del Fondo sociale europeo nell’ambito del ciclo di programmazione 2014-2020 della Regione Emilia-Romagna.

Il progetto

Gli alunni hanno intervistato tutti gli attori protagonisti dell’intervento, che hanno messo in evidenza il valore rieducativo del progetto, capace di migliorare le competenze professionali e relazionali dei detenuti, promuovere il benessere psicologico e incidere significativamente sulla riduzione recidiva.

Il team ha deciso di focalizzarsi sull’obiettivo di portare all’esterno la voce del carcere per abbattere stereotipi e pregiudizi, costruendo un ponte che unisca le persone.

Per perseguire questo intento i ragazzi si sono messi in gioco collaborando con la rivista della Casa circondariale Astrolabio. Hanno poi organizzato un convegno pubblico, aperto alla cittadinanza, al quale hanno invitato esperti e rappresentanti delle istituzioni. Grazie al contatto tra il Liceo Ariosto e il Teatro Nucleo, che da vent’anni promuove laboratori teatrali nella Casa circondariale di Ferrara, la classe ha avuto inoltre l’opportunità di assistere alle prove di uno spettacolo realizzato dai detenuti, ma soprattutto di dialogare con loro.

Oggi gli studenti e le studentesse del team ALI vivono le proprie scelte universitarie e lavorative con uno sguardo più attento al tema dell'inclusione sociale. Alcuni hanno scelto di studiare nell’ambito della cooperazione internazionale, altri di operare nel terzo settore.

Il commento

“La realizzazione - spiega la professoressa Romagnoli, che ha accompagnato i ragazzi nel percorso A Scuola di Open Coesione ASOC - è stata molto più dura del previsto: il COVID-19 ci aveva allontanato fisicamente dalla scuola e lavorare a distanza non è stato facile. Ma lo stesso vale anche per il carcere, che di per sé è già un luogo chiuso. La maggiore difficoltà - continua la docente - è stata la rigidità del sistema: permessi, controlli, privacy, insomma abbiamo capito subito che non saremo mai riusciti a operare concretamente per favorire il reinserimento di ex carcerati, ma potevamo solo tentare di sensibilizzare chi sta fuori rispetto ad alcune problematiche, come il sovraffollamento e la mancanza di personale.
L’opportunità della visita - racconta la professoressa Romagnoli - si è concretizzata nel giugno del 2022, a scuola conclusa. I ragazzi hanno praticamente travolto le persone detenute con mille domande e osservazioni e, cosa più importante, hanno tirato fuori le loro emozioni più profonde, che personalmente non avevo mai visto in 5 anni di insegnamento con loro”.

Cosa fa la Regione Emilia-Romagna

Il progetto analizzato dai ragazzi fa parte degli interventi che la Regione Emilia-Romagna realizza, grazie ai Fondi europei, per l’inclusione socio-lavorativa delle persone che si trovano in carcere.

I progetti sono basati sulla collaborazione tra Regione, Autorità giudiziaria e amministrazioni competenti per l’esecuzione penale, servizi per il lavoro e servizi sociali, enti di formazione professionale accreditati, imprese e associazioni di volontariato. Obiettivo è contrastare la discriminazione sociale e l’esclusione lavorativa delle persone che hanno vissuto un’esperienza detentiva attraverso la formazione. In particolare, gli interventi sono finalizzati a prevenire la recidiva e a rafforzare le persone nella fase delicata delle dimissioni, accompagnandole verso una reale integrazione nella società fondata sul lavoro.

Gli interventi tengono in considerazione le caratteristiche dei destinatari, le diverse tipologie di pena presenti nelle singole realtà, le disponibilità interne ed esterne di luoghi formativi (compresi i contesti lavorativi nei quali realizzare le attività), oltre alle effettive prospettive occupazionali dei diversi territori.

Per approfondire

Ultimo aggiornamento: 19-06-2025, 11:46